Di professione Antropologi e tra di noi tanti nella veste di lavoratori autonomi.
Si sono contrapposte a lungo professioni di serie A e professioni di serie B; troppo distante il mondo dei diritti dei professionisti iscritti agli ordini professionali da quello delle professioni autonome.
Il 9 maggio, dopo l’approvazione della legge in Senato del ddl sul lavoro autonomo collegato alla riforma del lavoro importanti novità per la maternità, malattia, congedo parentale e disoccupazione, per quasi 2 milioni di professionisti partite Iva e collaboratori.
Ivan Severi, Presidente dell’Associazione Nazionale Professionale Italiana di Antropologia (ANPIA), dichiara:
“La legge sul lavoro autonomo non risolve i problemi di centinaia di antropologhe e antropologi italiani, ma è un primo importante passo verso la costruzione di un mercato del lavoro in cui possiamo e dobbiamo ritagliarci uno spazio. La decisione di aderire a CoLAP è un chiaro segnale dell’impegno di ANPIA in questo senso”.
Un risultato importante quindi, che ha visto in prima linea il Coordinamento delle Libere Associazioni Professionali (CoLAP) per oltre un anno e mezzo di lavori, dopo la legge 4/2013 che ha portato alla ribalta il mondo delle professioni associative ricompattando il mondo professionale italiano, da oggi dunque un Testo Unico per ordinisti e associativi.
Il lavoro continua: Dichiara Emiliana Alessandrucci, Presidente del (CoLAP):
“Molto ancora si può fare: pagamenti, incentivazione della fatturazione elettronica anche per i privati, incentivi per la digitalizzazione, defiscalizzazione, semplificazione e maggiore valorizzazione delle competenze. Relativamente all’equo compenso continuiamo a ribadire che non è uno strumento efficace né tantomeno applicabile – chiosa la Presidente – è un riportare il lavoro autonomo sotto l’immagine del lavoro dipendente, intanto potremmo lavorare con il nostro più grande cliente la PA per rivedere le gare al minimo ribasso e valorizzare con il compenso anche competenze e capacità”.
