ANPIA, insieme alle associazioni scientifiche di antropologia e alle Scuole in Beni Demoetnoantropologici , ha inoltrato una lettera di protesta al MiBACT riguardo l’esiguo numero di posti riservati agli antropologi (5 su 500) previsti nel bando da poco pubblicato in Gazzetta Ufficiale e di cui vi avevamo dato notizia attraverso il gruppo fb. In questa lettera – che trovate in allegato – rivendichiamo la necessità di una concreta corrispondenza tra i principi enunciati dalla riforma dei Beni Culturali e l’impiego dei professionsti antropologi nelle Sovrintendenze.
Vi terremo informati sugli esiti di questa protesta. Per qualsiasi domanda di chiarimento sul concorso o suggerimenti sulla protesta cha abbiamo avviato vi invitiamo a contattare la nostra segreteria, la quale vi indirizzerà alla Commissione ANPIA.
cordiali saluti,
Il Consiglio Direttivo di ANPIA
Segue : Testo della lettera Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo
Download testo 5_su_500_lettera_al_MIBACTdel29maggio2016 (80KB)
Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo
On. Dario Franceschini
Via del Collegio Romano, 27, 00186 Roma
ministro.segreteria@beniculturali.it
Al Sottosegretario al Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo
On. Ilaria Borletti Buitoni
Via del Collegio Romano, 27,00186 Roma
sottosegretarioborletti @beniculturali.it
e p.c
Al Segretariato Generale del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo
Dott.ssa Antonia Pasqua Recchia
sg@beniculturali.it
alla Direzione Generale Organizzazione
Dott.ssa Marina Giuseppone
dg-or@beniculturali.it
Via del Collegio Romano, 27, 00186 Roma
alla Direzione Generale Archeologia Belle Arti e Paesaggio
Dott.ssa Caterina Bon Valsassina
dg-abap@beniculturali.it
Via di S. Michele, 22, 00153 ROMA
Perugia, 30 maggio 2016
Signor Ministro,
le positive aspettative scaturite dal processo di riforma da Lei avviato, sono state purtroppo disattese dai contenuti nel bando di concorso per l’assunzione a tempo indeterminato presso il MiBACT di 500 funzionari tecnico-scientifici.
Le scriventi Associazioni e Scuole di specializzazione in beni demoetnoantropologici, rappresentative della comunità scientifica e professionale dei demoetnoantropologi italiani, intendono congiuntamente rappresentarLe il proprio disappunto, per la scelta di riservare soli pochissimi posti su 500 al profilo professionale di demoetnoantroplogo e antropologo nel bando che la Commissione Interministeriale per l’attuazione del Progetto di Riqualificazione delle Pubbliche Amministrazioni (RIPAM), ha deliberato in data 24 maggio 2016.
L’esigua quota riservata a questo profilo, la cui importanza è testimoniata dagli stessi contenuti della Sua riforma, segnatamente riguardo all’articolazione delle nuove soprintendenze uniche territoriali in aree funzionali da affidarsi a specifiche professionalità, comprensive di quella demoetnoantropologica, se non dovesse essere incrementata in tempi brevi, produrrebbe necessariamente effetti negativi a molteplici livelli.
Infatti con il nuovo riassetto del MIBACT e con la creazione delle 39 Soprindendenze unificate (più le 2 speciali) (D.M. 44/2016) si riconoscono almeno sette aree funzionali per ciascuna di esse tra cui quella del patrimonio demoetnoantropologico che dovrebbe essere ricoperta dal demoetnoantropologo, una figura cui competono le funzioni di valorizzazione, di individuazione e di dichiarazione dell’interesse culturale e dunque di tutela dei beni culturali di interesse etnoantropologico. Quindi per le funzioni amministrative individuate con tale riassetto sarebbero necessari almeno altri 41 demoetnoantropologi, non previsti da questo bando, e che dovrebbero essere invece essere destinati alle Soprintendenze nel breve periodo.
Una mancata integrazione di posti per questa qualifica da un lato mortificherebbe di fatto il lavoro formativo svolto nell’ultimo decennio da ben due scuole di specializzazione post laurea magistrale, dall’altro ridurrebbe considerevolmente le potenzialità dell’Amministrazione centrale, dotatasi di un Servizio intitolato alla “Tutela del patrimonio demoetnoantropologico e immateriale” presso la nuova Direzione generale archeologia belle arti e paesaggio. Infine, senza la presenza di professionalità di demoetnoantropologo nelle predette soprintendenze è pregiudicata la possibilità che il lavoro possa essere svolto in coerenza con quanto prescritto dallo stesso Codice dei beni culturali e del paesaggio, che come è noto dedica la dovuta attenzione anche alla salvaguardia e alla valorizzazione del ricco e diversificato patrimonio demoetnoantropologico e immateriale.
I cinque posti per demoetnoantropologo messi a bando sono tra l’ altro previsti per la sola regione Lazio. Il che lascia intendere che nella quotazione siano stati esclusivamente presi in considerazione gli organici dei due musei nazionali, il Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari e il Museo Etnografico “L. Pigorini”, trascurando quindi del tutto la realtà territoriale delle altre regioni italiane dove le Soprintendenze svolgono le loro funzioni grazie all’articolazione in aree funzionali coordinate da funzionari con specifiche competenze professionali.
Nel denunciare la contraddizione evidente tra l’innovatività della Riforma del MIBACT e la politica delle assunzioni che emerge dal bando e che premia esclusivamente gli assetti consolidati, le scriventi Associazioni e Scuole in Beni Demoetnoantropologici, fanno appello all’attenzione da Lei manifestata nella Riforma nei confronti del contributo del settore demoetnoantropologico alla tutela e valorizzazione di tutti i beni culturali. Si chiede dunque che vengano poste in essere tutte le azioni utili per garantire nell’immediato futuro una diffusa presenza territoriale negli organici del MIBACT di demoetnoantropologi, ponendo rimedio alla condizione di marginalità a cui in caso contrario lo spazio di intervento sui beni demoetnoantropologici verrebbe confinato. Più in particolare, la graduatoria che sarà esito del concorso potrebbe essere utilizzata anche successivamente con riserva permanente a scorrimento degli idonei, evitando così un ulteriore concorso nel breve periodo.
Naturalmente siamo disponibili e interessati ad un incontro su queste tematiche anche per rappresentare gli ampi spazi di intervento, di ricerca e documentazione relativi ai beni demoetnoantropologici possibili nel quadro delle attività del MIBACT, così come già rappresentato anche con un documento consegnato il 5 aprile scorso al Suo Gabinetto, nel corso di un incontro con il dott. Lioni e l’on. D’Andrea.
La ringraziamo ancora dell’attenzione e Le inviamo i più cordiali saluti.
AISEA, Associazione Italiana per le Scienze EtnoantropologicheIl Presidente, Prof. Mario Bolognari
ANPIA, Associazione Nazionale Professionale Italiana di Antropologia
Il Presidente, Dott.. Ivan Severi
ANUAC, Associazione Nazionale Universitaria degli Antropologi Culturali
La Presidente, Prof.ssa Cristina Papa
SIAA, Società Italiana di Antropologia Applicata
Il Presidente Prof. Bruno Riccio
Scuola di Specializzazione in Beni Demoetnoantropologici,
Università degli Studi di Perugia
Il Direttore, Prof. Giovanni Pizza
Scuola di Specializzazione in Beni Demoetnoantropologici
Sapienza Università di Roma
Il Direttore, Prof. Alessandro Simonicca
SIMBDEA Società Italiana per la Museografia e i Beni Demoetnoantropologici
Presidente, Prof.ssa Alessandra Broccolini