Il 2 settembre 2021 è uscita una riedizione di due scritti, Ire e spropositi di Cesare Lombroso e Per la razza maledetta, del sociologo e deputato socialista Napoleone Colajanni
a cura di Valentina Rizzo per Il Palindromo, Palermo.
Chi era Napoleone Colajanni
Napoleone Colajanni (1847-1921), garibaldino, medico, statistico, antropologo e sociologo, è uno dei padri nobili del repubblicanesimo socialista. I suoi scritti e il suo pensiero sono ancora una chiave di lettura importante per comprendere questioni sociali nella nostra contemporaneità. L’obiettivo di questa riedizione, nei cento anni dalla sua morte e nei 160 dell’Unità d’Italia, è di restituire alcune pagine della nostra storia della scienza e del dibattito scientifico e politico della fine dell’Ottocento. Colajanni, socialista e repubblicano, fu in Italia il più severo avversario di Cesare Lombroso e del riduzionismo biologico.
Il contesto storico
Nel 1889 Colajanni pubblica Sociologia Criminale, un’opera in due volumi che mette in discussione in modo sistematico la convinzione del “criminale nato”, ovvero che alcuni individui e razze per via della loro condizione biologica fossero predestinati alla criminalità. L’Italia è da poco unificata, ma avanza a due velocità, accrescendo le disuguaglianze già esistenti tra il Nord e il Sud. Le disparità non si possono analizzare unicamente alla luce della prospettiva nazionale: basti pensare alla questione agricola, su cui hanno influito le scelte protezionistiche su un Sud quasi per niente industrializzato e la mancanza di una riforma agraria. Ma ad acuire la situazione è anche la progressiva migrazione dei suoi figli più giovani verso il Nuovo Mondo. La povertà, il brigantaggio, le condotte devianti, l’alcolismo sono tutte problematiche del nuovo Regno d’Italia, a cui la scienza presta il suo servizio per contribuire al miglioramento del Paese. In questo scenario fu l’evoluzionismo sociale ad essersi conquistato il compito di analizzare e proporre soluzioni per la società nel suo complesso.
Una prospettiva socialista
Colajanni supera i limiti dell’evoluzionismo sociale proponendo una prospettiva socialista. Egli oltre ad essere uno scienziato sociale e un medico, è un politico: nell’anno in cui pubblica Ire e spropositi di Cesare Lombroso, il 1890, viene eletto deputato alla Camera. Questo incarico contribuirà al consolidamento della sua posizione scientifica, la necessità di una disciplina che indaghi sulle ragioni della criminalità, non misurando i corpi ma considerando i fattori ambientali, la politica, l’organizzazione sociale, l’economia come cause. La pubblicazione di questo pamphlet dal linguaggio vivace restituisce uno spaccato storico e un modo di dibattere e schierarsi risoluto, contrario al principio di predestinazione sociale.
Contro il superomismo
Otto anni dopo, lo scenario è profondamente cambiato: quando Colajanni scrive Per la razza maledetta è l’alba del Novecento e già si parla del superuomo di D’Annunzio. L’Italia unita non poteva portare la zavorra di un Meridione senza possibilità di riscatto: Colajanni incarna l’idea che il “buon governo”, le riforme, la politica intensiva (anziché il colonialismo), le istituzioni municipali sane possano arginare il fenomeno delle devianze. Nella sua opera non c’è spazio per i fatalismi della razza, non ci sono scusanti né ragioni scientifiche verso coloro che – dice Colajanni- per “vedere progredire e migliorare l’umanità vorrebbero distrurne almeno una buona metà”.
Ancora attuale
Abbiamo voluto restituire le parole di uno scienziato sociale che contribuì con la politica e con le idee a una sostanziale svolta negli studi sulla società e sulle devianze. Riportare alla luce Colajanni significa conoscere meglio la nostra storia del Risorgimento e la nostra storia della scienza.
valentina.rizzo89@gmail.com