IX edizione Convegno nazionale SIAA
15-18 dicembre 2021, Sapienza Università di Roma
Presentazione proposte fino al 7 giugno 2021
Giunto alla nona edizione, il Convegno Nazionale della Società Italiana di Antropologia Applicata del 2021 intende misurarsi con l’impulso trasformativo che l’Unione Europea sta promuovendo attraverso lo strumento Next Generation Europe.
Next Generation è il programma pluriennale europeo, da cui ha preso origine il Piano Nazionale italiano di Ripresa e Resilienza dalla pandemia (PNRR), per un ambizioso progetto finalizzato a promuovere digitalizzazione/innovazione, transizione ecologica e inclusione sociale quali strategie prioritarie per riformare i nodi strutturali che limitano le possibilità di tre principali soggetti destinatari: i giovani, le donne, il Sud. L’organizzazione del convegno a Roma offre agli antropologi italiani un’interessante opportunità per dialogare con le istituzioni, e inserirsi nel dibattito pubblico, contribuendo come singoli e come disciplina a un processo di vasta scala che ci vede tutte e tutti coinvolte/i.
La lunga esperienza dell’antropologia applicata ci avverte, infatti, delle difficoltà che caratterizzano il passo che intercorre fra retoriche e attuazione, fra prassi istituzionali e condizionamenti degli apparati, fra tempi progettuali e approcci, che non di rado relegano in secondo piano l’attivazione di processi dal basso. Grazie all’approccio etnografico, l’antropologia offre utili prospettive e specifiche correzioni, ma per farlo con efficacia è necessario che affini gli strumenti in suo possesso, per aprire a proficue forme di collaborazione saldamente poli-disciplinari.
Cosa hanno da dire gli antropologi sui problemi posti, sui processi in movimento, sulle strategie intenzionate? Quali metodologie e quali competenze sono da sviluppare per una più profonda comprensione dell’oggi e, se possibile, per individuare prassi più rispettose dei diritti delle persone? Il Convegno si pone l’obiettivo di attuare un attraversamento critico del nesso “Next Generation”, articolando il dibattito su quattro tematiche su cui non manca certo opera pregressa e in corso, ma che assumono in questa sede peculiare pregnanza contestuale: nuovi ambientalismi, politiche di sviluppo territoriale, formazione e nuove forme di ineguaglianza. La crisi pandemica ha infatti reso trasparente la fragilità degli assetti economici e di welfare tanto quanto delle suture che saldano il nesso sociale, aumentando in quantità e qualità le disuguaglianze e le asimmetrie sociali ed economiche.
“Generazione” rappresenta un termine cardine tramite cui pensare il rapporto fra contemporanei e successori in uno scenario complessivo di crescita e insieme di prospettiva sociale di lunga durata. Antropologhe e antropologi sono da sempre interessati a tale prospezione, perchè “generazione”, coprendo una cospicua parte del campo designato da ‘cultura’, rimanda sia alla destinazione dei trasferimenti di saperi, sia alle soggettività destinate a rielaborare gli assetti del presente. La sfida è alta per la natura ‘globale’ delle politiche di governance in atto, nonchè per il peculiare assetto conoscitivo dei vari obiettivi, che richiedono la presenza di prospettive pubbliche e plurisettoriali, l’opportunità di un confronto con altri frame concettuali e con altre discipline, la consapevolezza su dove allocare con attenzione il baricentro dello sguardo e dell’azione antropologici. La posta in gioco comprende la non derogabilità del confronto tra ambito umanistico, social sciences e hard sciences in generale, e insieme anche il confronto con le condotte proprie della prospettiva etnografica, da cui scorgere la pluralità dei gruppi strategici in campo, la diversità degli interessi, il moltiplicarsi delle pratiche, definendo, rispetto a tutto ciò, il correlato posizionamento antropologico.
Pensare alle ‘generazioni future’ non esime, infine, dallo svolgere una riflessione critica rispetto alle proprie tradizioni di ricerca e al loro impatto sulla sfera pubblica, richiedendo il coraggio di rischiarare gli aspetti più problematici, nonchè l’insieme delle abilità e competenze che all’antropologo del futuro prossimo sarà richiesto sapere, per padroneggiare e organizzare campi complessi di prospettive e di intervento applicato. L’operazione cui invitiamo è di uscire dai confini disciplinari ristretti, attraversare la pluralità degli spazi di vita, moltiplicare gli oggetti di studio e le connessioni interdisciplinari per dare motivato slancio ad approcci applicati innovativi.