Dal 1° aprile 2025 è operativa la nuova classificazione ATECO 2025, sistema di riferimento ISTAT e delle amministrazioni pubbliche per individuare le attività economiche ai fini statistici e fiscali.
In questo scenario, ANPIA si è mossa per garantire una rappresentanza adeguata delle professioni antropologiche socio-culturali, ancora oggi prive di un codice specifico che ne riconosca le peculiarità operative.
Chi siamo, cosa facciamo
Il professionista antropologo/a socio-culturale (riconosciuto dalla Legge 4/2013) svolge attività di:
– consulenza su casi, servizi, gruppi, comunità ed equipe,
– ricerca (sul campo e bibliografica),
– formazione rivolta a minori e adulti,
– progettazione in ambiti sociali e culturali.
Opera utilizzando il metodo etnografico e strumenti qualitativi, producendo sintesi (documenti, podcast, video) e promuovendo cambiamento, valorizzazione e consapevolezza nelle comunità con cui lavora.
L’antropologia applicata agisce oggi in almeno 9 settori principali:
- Migrazioni e mobilità
- Pratiche e politiche sanitarie
- Beni culturali e patrimonio
- Cooperazione internazionale
- Scuola, formazione, educazione
- Lavoro e impresa
- Città, spazio, territorio
- Ambiente
- Welfare
Dove lavorano gli antropologi in Italia
Secondo i dati del nostro primo report sull’antropologia professionale in Italia, il 76% delle persone con formazione antropologica dichiara di lavorare in ambiti coerenti con l’antropologia (20% con un solo impiego, 56% con più impieghi contemporanei), mentre il 24% in settori non antropologici.
Il lavoro autonomo prevale (50%), di cui una parte consistente in forma occasionale, seguito dal lavoro dipendente (36%) e dal lavoro non retribuito (13%).
Le retribuzioni presentano un elevato differenziale: da 600€ a 9000€ al mese, con una mediana di 1500€ mensili.
Il 60% delle committenze è rappresentato da enti pubblici (Università, enti locali, Ministeri, ASL), mentre il restante 40% da soggetti privati e associazioni.
La situazione attuale dei codici
Attualmente, non esiste un codice ATECO dedicato all’antropologo/a socio-culturale.
Si utilizza:
- CP 2021: 2.5.3.2.2 – Antropologi (Atlante del lavoro e delle qualificazioni)
- ATECO 2025: 72.20.09 – Ricerca e sviluppo sperimentale nel campo delle altre scienze sociali e umanistiche
Tuttavia, questi codici non rappresentano in modo completo le specificità operative e interdisciplinari del lavoro antropologico socio-culturale.
La proposta ANPIA a ISTAT e CoLAP
Su indicazione del gruppo di lavoro ISTAT e del CoLAP (Assemblea Nazionale del 21/03/2025), ANPIA ha inviato una comunicazione formale contenente:
✔ Un descrittivo sintetico delle attività professionali svolte dagli antropologi socio-culturali,
✔ L’elenco dei codici ATECO 2025 effettivamente utilizzati dai nostri iscritti con partita IVA,
✔ La proposta, su indicazione del nostro commercialista, di creare un codice ATECO dedicato all’antropologo/a socio-culturale, che possa fungere da categoria contenitore delle attività professionali realizzate, evitando dispersione e incertezza fiscale.
Una possibile via è l’ampliamento del codice 72.20.09, inserendo in modo esplicito le attività antropologiche applicate, anche in coerenza con il codice professionale CP 2.5.3.2.2.
Perché è importante
Definire un codice ATECO chiaro per la nostra professione:
✔ facilita le pratiche amministrative e fiscali per i lavoratori autonomi,
✔ garantisce riconoscibilità alle nostre competenze,
✔ supporta la produzione di dati statistici coerenti con la realtà lavorativa degli antropologi socio-culturali,
✔ contribuisce a rafforzare il riconoscimento pubblico e istituzionale della nostra professione.
Un passo per la rappresentanza
Questo lavoro si inserisce nel più ampio impegno di ANPIA per dare voce alle professioni antropologiche in Italia, costruendo strumenti concreti per lavorare con più tutele, visibilità e dati aggiornati sul nostro settore.
Se sei socio/a ANPIA, il tuo contributo in questa fase è prezioso. Contattaci per segnalare criticità o esperienze legate ai codici ATECO utilizzati nella tua attività.