- Nome e Cognome
Eleonora Casarotti
- Tipologia Socio
- Numero tessera
- Ruolo in ANPIA
Associato e membro della commissione Beni culturali e Patrimonio
- Regione
- Area Metropolitana (provincia)
- CAP
- Titoli
Laurea triennale in Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo, specializzazione per tesi di laurea in Antropologia Culturale. UNIFI, Firenze
Laurea magistrale in Etnologia e Antropologia Sociale. EHESS, Parigi
Laurea magistrale in Antropologia Culturale ed Etnologia. UNIBO, Bologna
Iscritta all’elenco nazionale delle professioni, settore beni culturali (DGERIC – MIC). Demoetnoantropologa, livello 2, n°10766
- Bionota
Fortemente appassionata dell’Oceania, e specialmente della Papua Nuova Guinea e della Papua (Indonesia), sono sempre stata attratta dall’Arte e dall’Altro e di come quest’ultimo potesse concepire e produrre la sua cultura materiale in quell’Altrove lontano e apparentemente diverso da noi.
Ho una formazione di studio e lavoro assolutamente eterogenea, a partire dalla laurea triennale in Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo condotta all’Università degli Studi di Firenze. Mi sono laureata in Antropologia Culturale sviluppando una tesi relativa all’Associazione Taranta di Firenze con la quale ho collaborato per un anno seguendo i corsi di danza e canto relativi alla tradizione popolare italiana, oltre a catalogare ed archiviare le ricerche antropologiche fatte dalla stessa associazione in trent’anni dalla sua nascita.
In seguito mi sono spostata a Parigi per conseguire una laurea magistrale in Etnologia e antropologia sociale all’EHESS (École des hautes études en sciences sociales), lavorando allo stesso tempo in una galleria di arte aborigena intitolata “Arts d’Australie – Stéphane Jacob” e con i bambini, portandoli anche nei musei e organizzando attività creative. La ricerca sviluppata lungo il master era relativa a come le maschere della popolazione Iatmul di Papua Nuova Guinea sono arrivate in Francia; ciò mi ha permesso di fare ricerca negli archivi del museo del Quai Branly, da dove in effetti partì la mia domanda.
Tanto altro accadde negli anni di studio e dopo, dallo stage di ricerca in Marocco organizzato dall’EHESS e destinato a soli dieci studenti, per poi fare attualmente parte della ONG “Sustainability in Conservation” per la quale sono stata contattata in seguito a una delle mie presentazioni di ricerca in convegni e forum.
Lavoro attualmente come dipendente in un’azienda alimentare, portando avanti i miei interessi di studio, lavoro e conoscenza verso l’Oceania. Sono particolarmente interessata alla cultura materiale esposta, specialmente nei musei: da come sono arrivati gli oggetti a come vengono esposti e interpretati, passando per la documentazione annessa e nascosta negli archivi del museo. La popolazione di origine e provenienza ha potere su questa cultura materiale esposta?
Finché la Cultura non sarà la prima spesa dello stato di arrivo o di appartenenza, continuerò ad alimentare parallelamente la conoscenza in ambito museale e demoetnoantropologico.
- Note
L’articolo, prodotto in lingua inglese su richiesta del CCR “La Venaria Reale”, relativo alla mia tesi di master all’EHESS di Parigi: “The Sepik masks at the Quai Branly museum-JC: establishing a collection (1914-1999)” https://www.sfogliami.it/fl/244402/qjym9pz2ktxhs5qcjrgs21rr8yqckutv#page/108
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2021-22